Jeremy Irvine, pseudonimo di Jeremy William Fredric Smith (Gamlingay, è un attore britannico.
Nato il 18 giugno 1990 e cresciuto a Gamlingay, una piccola cittadina nella contea di Cambridgeshire in Inghilterra. La madre Bridget è un politico del luogo, mentre il padre Chris Smith è un ingegnere; Jeremy ha due fratelli piu piccoli Lawrence e Toby Irvine, anche egli attore, noto per aver interpretato Pip da bambino in Grandi speranze. Ha scelto come nome d'arte Jeremy Irvine in onore di suo nonno. All'eta' di 19 anni tentò di arruolarsi nell'esercito britannico, ma la sua domanda fu respinta, a causa del suo diabete mellito di tipo 1, patologia di cui Jeremy soffre, come i suoi due fratelli, da quando era bambino.[1]
Nel giugno 2010 Jeremy Irvine è scelto per interpretare il protagonista nel film War Horse di Steven Spielberg. Il film è un adattamento cinematografico di un romanzo di Michael Morpurgo. Jeremy interpreta il personaggio principale, Albert Narracott, insieme a Peter Mullan ed Emily Watson, che interpretano rispettivamente suo padre e sua madre. Per la sua interpretazione riceve una nomination ai London Critics Circle Film Awards e agli Empire Awards.
Nel 2011 Jeremy Irvine è stato scelto per interpretare il ruolo di Pip in Grandi speranze, adattamento cinematografico del romanzo di Charles Dickens, insieme ad Helena Bonham Carter nel ruolo di Miss Havisham.[2]. Sempre nel 2011 viene scelto per interpretare la parte di Eric Lomax da giovane nel film Le due vie del destino - The Railway Man insieme ai premi Oscar Colin Firth e Nicole Kidman[3].
Il 16 agosto 2013 viene annunciato sul sito della scrittrice Lauren Kate che Irvine è stato scelto per interpretare il ruolo di Daniel Grigori nel film della saga Fallen. Nel 2014 viene scelto dal regista tedesco Roland Emmerich, per interpretare il giovane diciottenne omosessuale Danny Winters, in Stonewall insieme a Jonathan Rhys-Meyers e Ron Perlman: il film ripercorre i fatti realmente accaduti dei moti di Stonewall, il 28 giugno del 1969 a New York. Il film riscuote un discreto successo nei botteghini, ma non di critica, in quanto il regista Roland Emmerich venne accusato dai critici e dalla comunità LGBT di non aver raccontato appieno come si svolsero i fatti quella notte.