Immaginate Johnny Depp che parla con Elena Bonham Carter in un futuro film di Tim Burton. La sua voce inconfondibile che chiede garbatamente in perfetto cinese mandarino: “nǐ hǎo ma?” (come stai?). Non si tratta di un’allucinazione, né di un flashforward nel 2030. Grazie a “Resemble AI”, azienda canadese specializzata in “Voice Cloning”, l’Intelligenza Artificiale può creare un calco vocale perfettamente identico all’originale, in grado di tradurre all’istante le frasi dette da un singolo individuo in altre lingue, leggendole con la voce di quel singolo essere umano.
Questo equivale a dire che Johnny Depp dovrebbe semplicemente limitarsi a recitare in inglese: poi il software, mantenendo il suo tono, la sua grana di voce e la sua intonazione, provvederebbe istantaneamente a creare un nuovo file sonoro con la voce perfettamente identica che parla in cinese, in italiano o in tedesco. E portando il ragionamento alle sue estreme conseguenze, che il suo doppiatore principale, l’eccellente Fabio Boccanera, sarebbe costretto a cambiare mestiere, così come il suo collega tedesco. Così facile? Non proprio.
In primo luogo, sappiamo bene che le frasi in lingue diverse non sono della stessa lunghezza, né hanno lo stesso sincronismo fono-labale. Johnny Depp parlerebbe, ma la sua voce direbbe cose più corte, più lunghe, rendendo il doppiaggio un pessimo pastrocchio. Ma basterebbe un supervisore, magari un dialoghista di madrelingua, che imposti la frase correttamente (cosa in effetti fattibile), per compiere in modo tecnicamente impeccabile la clonazione. Ma ne siamo davvero sicuri?
Il doppiaggio, come ogni arte che ha a che vedere con la recitazione, non è una traduzione: è interpretazione. Interpretazione vuol dire creatività, capacità di rendere intatta un’emozione, ma soprattutto, imprevedibilità. A rendere credibile in una lingua diversa da quella originale una frase, non è la somiglianza vocale a quella di partenza. È la capacità di usare pause, improvvisazioni, perfino errori e scorrettezze, in una sola parola, a rendere umano quel che viene detto, a calarlo nella cultura di un singolo paese con tutte le sue intraducibili maniere di parlare. L’intelligenza Artificiale può prevedere tutto, ma non l’imprevedibilità di un momento di emozione con cui un attore interpreta una frase. Diciamo pure che Fabio Boccanera può continuare a dormire sonni sereni. La sua umanità è insostituibile.
In un mondo dove tutto diventa algoritmo, un’avanzatissima tecnologia vocale come “Resemble AI” non rischia nel futuro di minacciare la grandiosa artigianalità del doppiaggio, fatta di esseri umani, esitazioni, errori, guizzi di genialità e imperfezioni impossibili da riprodurre da parte della perfettamente asettica Intelligenza Artificiale. È proprio il suo essere “artificiale” a scontrarsi con il cuore delle emozioni, che sono il vero valore aggiunto dell’umano: quelle parole non dette e non traducibili di cui vive la professione dell’attore e del doppiatore, come di ogni forma d’arte, nella sua geniale, imprevedibile unicità.
Tenetevi pronti: quello del rapporto tra doppiaggio e Intelligenza Artificiale sarà uno dei temi che affronteremo molto presto nel nuovo Podcast di Vix Vocal, “Cambia il Doppiaggio con un Click”, che sarà disponibile sulle maggiori piattaforme Podcast a partire dal mese di novembre 2020: una nuova avventura alla ricerca dei paradossi, dei territori di confine e delle frontiere del presente e del futuro tecnologico, messi a confronto con le varie professionalità del doppiaggio.
Di Serafino Murri